Industria tessile: sviluppare progetti di decarbonizzazione  

Durante il webinar “Industria tessile: progettare percorsi di decarbonizzazione” abbiamo chiesto a Francesca Gentile di Sistema Moda Italia , Marco Ricchetti di Blumine srl e Loredana Reniero di STEP Tech Park di aiutarci a muoverci nella complessità della transizione ecologica e fornirci dei consigli per concretizzare i percorsi di decarbonizzazione delle aziende tessili. In questo articolo vogliamo riassumere quello che è emerso dal webinar. 

La transizione dell’industria tessile ad un sistema più sostenibile e circolare è essenziale per mantenere le temperature al di sotto dei 1.5°C previsti dagli Accordi di Parigi. Appresa questa consapevolezza, è necessario agire con i mezzi a nostra disposizione, che attenzione, esistono e sono sempre più accessibili al settore privato. Per i manager deve essere chiaro che la sostenibilità ambientale è un tema da integrare nella strategia di business e non un elemento accessorio. Avere processi produttivi circolari non è più una scelta, ma un elemento vitale per la competitività dell’azienda stessa.  

Come sviluppare percorsi di decarbonizzazione

I processi produttivi del tessile più interessati dalla decarbonizzazione sono: il lavaggio, la tintura, l’asciugatura, la stiratura e il finissaggio. Considerando la complessità della produzione e la diversità tra un’azienda e l’altra, “non è necessario raggiungere il cento per cento con un solo progetto“, afferma Marco Ricchetti, ma è fondamentale muoversi all’interno di un percorso definito da obiettivi e composto da tanti progetti, magari non perfetti, ma realizzabili e che aggiungono un tassello positivo al proprio impatto.  

Il metodo consigliato da Loredana Reniero di STEP e che viene utilizzato anche nello STEP2ZERO è proprio quello di muoversi STEP by STEP, seguendo come percorso classico: 

Assessment di sostenibilità e definizione di una strategia

Il primo passo è quello di mappare i processi produttivi aziendali e fare una fotografia dei consumi energetici, materie prime utilizzate, rifiuti prodotti e prodotti realizzati. Durante questa analisi si identificano le aree a maggiore impatto e le priorità di intervento. L’analisi può essere accompagnata da un ESG Assessment. Il risultato è una chiara visione del punto di partenza e la strutturazione del percorso che dovrà affrontare l’azienda. 

Messa a terra di soluzioni immediate

Alcuni aspetti e processi possono essere efficientati e/o modificati nel breve periodo, introducendo  tecnologie già conosciute e validate dal mercato. Avere a disposizione casi studio, prezzi accessibili e conoscenza delle tecnologie, permette all’azienda di ridurre costi e rischi. Un esempio può essere il solare termico ad alta temperatura combinato con pompe di calore, la cd. Power Quality o l’utilizzo di piattaforme che ottimizzano la logistica. 

Scouting e innovazione disruptive

Gli aspetti del processo produttivo più complessi e/o strategici hanno spesso bisogno di soluzioni su misura che possono anche richiedere una fase di ricerca e sviluppo. In questa fase diventa fondamentale la collaborazione con realtà innovative come startup o PMI tecnologiche. Un esempio può riguardare lo sviluppo di progetti a tintura batterica o di riciclo chimico

I risultati di queste tecnologie sono evidenziati in diversi casi studio. La cd. Power Quality può ridurre ad esempio in media il consumo di energia del 6%. L’ottimizzazione degli impianti ad aria compressa possono ridurre in media le dispersioni del 15% oppure anche il semplice utilizzo di una piattaforma come quella sviluppata da Vammon per la logistica può portare ad una riduzione dei costi del trasporto del 10%.  Tecnologie disruptive come la CO2 supercritica arrivano addirittura a ridurre del 100% l’utilizzo di acqua nella fase di tintura del capo. 

Legislazione europea e filiera

Oltre ad una spinta dall’interno, il settore tessile sta vivendo una pressione che deriva dal legislatore europeo e dalla stessa filiera. Come spiega Francesca Gentile, a marzo 2022, tra le varie proposte presentate dalla Commissione per favorire i prodotti sostenibili, è stata presentata la Strategia Europea per il tessile sostenibile e circolare volta a rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili. L’obiettivo è quello di valorizzare la materia tessile e allontanarsi da un sistema basato sul fast fashion. Per raggiungere questo obiettivo l’UE sta puntando sia sull’ecodesign che sulla trasparenza delle informazioni in tutta la filiera. Si parla di Responsabilità estesa del Produttore, responsabile del fine vita del prodotto e incentivato a progettare capi durevoli e riciclabili, nonché a sviluppare nuove tecnologie di riciclo.   

Francesca Gentile puntualizza che l’Unione Europea, oltre a fornire le linee guida per lo sviluppo di un industria tessile circolare, sostiene economicamente le aziende attraverso Horizon Europe, programma quadro nell’ambito R&I che prevede complessivi 95 miliardi di euro per il settore industriale. In questo ambito, è stato presentato a dicembre il work-programme per l’anno 2023/2024 che vede per il tessile un focus sulla decarbonizzazione del settore attraverso soprattutto lo sviluppo di fibre bio-based, il riciclo chimico e meccanico e la digitalizzazione dei processi. Il supporto finanziario fornito dai fondi europei rende la transizione un’opportunità, ne è un esempio il progetto italiano Trick per il tracciamento della filiera tessile attraverso l’utilizzo di tecnologie blockchain. 

Guarda il webinar completo

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loredana.reniero@steptechpark.com